TITOLO: Sovietopia
AUTORE: Marcello Nicolini
EDITORE: La Ponga Edizioni
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IL MIO VOTO: 4 su 5
LA MIA RECENSIONE:
Questo romanzo mi ha messo al cospetto di una trama che mai
e poi mai avrei immaginato se mi fossi basato solo su titolo e copertina. In
poche parole la storia è veloce, piacevole, “fresca”, con tratti comici e
tratti surreali e un finale inaspettato condito di azione e colpi di scena.
Sembra esagerato, detto così, ma se lo leggerete non mi smentirete.
Seguiamo alcune vicende dell’ex zampolit (commissario politico) Talimov, nella cittadina di
Staliza, sulle rive del fiume Amur, nei giorni successivi alla caduta del
socialismo. E veniamo resi partecipi degli sforzi di Anton Ivanich (questo il
nome del protagonista) di voltare subito pagina, in senso capitalistico, con l’apertura
di una fabbrica di bacchette giapponesi.
Sullo sfondo c’è un mondo in lenta evoluzione, a seguito
delle recenti vicende politiche, ma ancora legato alla tradizione (ben
impersonata dalla babushka Nastia). Uno
scenario nel quale Talimov, mentre cerca di realizzare il proprio progetto, ha
a che fare con un rapporto difficile con la moglie, il sospetto della presenza
occulta di agenti del KGB e il contrasto con un delinquente di stampo mafioso
noto come “il pescivendolo”.
Qui mi fermo per non svelare troppo della trama, che è ben
sviluppata, con descrizioni e riflessioni che non sono mai noiose ed eccessive.
Perché, come dicevo, nonostante la copertina e il titolo (Sovietopia va letto
come rielaborazione di Utopia, quella della svolta sognata da Talimov) sembrino
suggerire altro, la lettura è molto scorrevole. In alcuni passi diventa
addirittura divertente: mi riferisco alla scena in auto con i clienti
giapponesi che troverete a circa metà romanzo.
Nessuna pecca dal punto di vista lessicale e grammaticale.
Strutturalmente, i capitoli sono ben suddivisi, anche se nella parte centrale
se ne trova uno a mio parere eccessivamente lungo e che l’autore avrebbe potuto
dividere in due o tre parti.
Se devo trovare un difetto, penso alla poca profondità data
ai personaggi secondari (Talimov è protagonista assoluto e le altre figure sono
“spalle” non sempre caratterizzate al meglio) e alla povertà di descrizioni dei
luoghi del romanzo, che forse avrebbero potuto essere dipinti con più dettagli.
Una lettura comunque consigliata per la suggestività dell’ambientazione,
la non banalità delle vicende e la commistione di “registri” diversi nel corso
della trama.
Ho letto e apprezzato la recensione, Jury!
RispondiEliminaGrazie :)
Marcello